Il microbiota è l’insieme di microrganismi (batteri, funghi, virus) che popolano il nostro corpo. Nel titolo ho precisato volutamente l’aggettivo “intestinale”, perché contrariamente a quanto si è abituati a pensare, noi siamo letteralmente invasi da microbi anche al di fuori dell’intestino: esiste quindi anche un microbiota della cute, delle vie aeree (naso, bocca, orecchie) e delle zone uro-genitali.

Certamente però, il tratto gastrointestinale contiene il maggior numero di microrganismi: si stima che solo contando quelli presenti nel colon, essi equivalgano a 1-2 kg del peso corporeo.

Ogni individuo è caratterizzato da uno specifico microbiota, che può essere quindi considerato del tutto simile ad un’impronta digitale: la variabilità e la quantità di microrganismi è unica per ciascuno di noi.

Quali funzioni svolge il microbiota intestinale? Tantissime, queste le principali:

  • protegge da batteri o virus pericolosi: produce sostanze antimicrobiche e compete con i patogeni per le stesse sostanze nutritive. Aiuta inoltre a mantenere un basso pH, sgradito a molti microbi dannosi;
  • sintetizza vitamine: in particolare la vitamina K e la B12;
  • aiuta a metabolizzare e rendere attivi gli ormoni estrogeni;
  • produce gas di scarto;
  • modula il metabolismo di grassi e zuccheri;
  • regola la permeabilità intestinale;
  • funge da nutrimento per le cellule della mucosa intestinale (enterociti), rendendola impermeabile e riducendo quindi la possibilità di infiammazioni.

Quando il microbiota è in salute, si parla di eubiosi. Al contrario, quando si hanno squilibri della flora intestinale tali da causare sintomi più o meno gravi e più o meno cronici, si parla di disbiosi.

Cosa influenza la quantità e la qualità dei microorganismi che compongono il microbiota?

  • Età: i bambini appena nati vengono colonizzati dal microbiota materno durante il parto vaginale, mentre nel caso di parto cesareo ereditano le popolazioni microbiche presenti nell’ambiente. Nell’anziano, tipicamente si ha una riduzione sia della quantità che della variabilità microbica;
  • allattamento: bambini allattati al seno hanno un microbiota differente da quelli allattati in modo artificiale;
  • assunzione di farmaci: ad esempio gli antibiotici possono provocare grossi danni a molte popolazioni microbiche “buone” presenti nell’intestino, favorendo la crescita di quelle patogene;
  • la dieta e l’esercizio fisico influiscono drasticamente sul microbiota. Così come una dieta squilibrata può essere la prima causa di disbiosi, il cambiamento dello stile di vita è cruciale per ripristinare condizioni di benessere intestinale, con l’aiuto, dove necessario, di specifici integratori (probiotici/prebiotici/simbiotici).

Dal momento che sull’età e sugli altri fattori che influenzano il benessere del microbiota non si hanno molti margini di manovra (piacerebbe a tutti non invecchiare o non dover prendere medicine per tutta la vita, ma… ahimè, è ancora un po’ complicato), l’unica vera arma che abbiamo a nostra disposizione è l’alimentazione: mangiare bene per stare bene!